Nato il 16 maggio 1905, il Minturnese, come amava essere chiamato semplicemente, era un artista, un grande intellettuale e un anticonformista
, vissuto come dice Luigi Capuano Sull’altra riva, parafrasando il titolo di una raccolta di sue poesie. Poeta dunque ma anche romanziere, pittore e scultore, schivo alle mode dominanti e intimamente legato alle tradizioni della sua terra, di cui scrive spesso in vernacolo minturnese. Conduce una vita solitaria lontana dai “salotti”, anche se ha avuto contatti con Benedetto Croce, Elio Vittorini, Italo Calvino, Giorgio De Chirico, P. Benedetto Fedele e tanti altri. Vive per lungo tempo nel “Rifugio”, un eremo senza luce elettrica, da lui stesso costruito, esempio singolare di architettura più vicina ad un santuario di epoca quattrocentesca, che ad un’abitazione. Capitano macchinista, si imbarca da Napoli per la prima volta nel 1928; durante i suoi viaggi in Europa e oltreoceano, interrotti due anni dopo, studiail greco, perfeziona il latino e compone le liriche confl uite in “Ninna Nanna al Sole”. Restano tracce della sua esperienza per mare nell’autobiografi a “Il fi glio del contadino”. Per vivere impartisce lezioni private fi no al 1932, anno in cui consegue il diploma magistrale. Nel 1949 conclude il romanzo “Era calmo il mio paese”, selezionato al Viareggio del 1968. Nel 1959 completa “Il Regno delle anime”, una sorta di Divina Commedia in minturnese, che suscita scalpore fra la sua gente e, sempre lo stesso anno, pubblica “Canti di Minturno”. Cristoforo Sparagna è morto il 10 dicembre del 1983, lasciando un corpus di scritti in prosa e in poesia, per lo più inedito, che merita una maggiore attenzione per coglierne pienamente il messaggio profondo. La maggior parte dei suoi inediti sono stati depositati nell'Archivio di Montecassino.
Testo tratto da api.culturalazio.it